Sia l’andata che il ritorno del derby in semifinale si potranno vedere senza pagare abbonamenti. Novità in vista sui diritti tv
Milan-Inter del 10 maggio dovrà essere trasmessa (anche) sulla tv in chiaro. Lo stabilisce un provvedimento dell’Agcom che individua gli eventi di interesse pubblico che non possono essere appannaggio esclusivo delle piattaforme a pagamento: tra questi ci sono anche le semifinali di Champions League, laddove vi siano impegnate squadre italiane.
Pertanto, Prime Video, che detiene i diritti per la miglior partita del mercoledì, dovrà accordarsi con un canale in chiaro per permettere anche ai suoi spettatori di assistere in diretta all’euroderby di andata: le ipotesi più probabili sono Mediaset o Sky (attraverso il suo canale Tv8), ma stanno alla finestra anche la Rai e La7. Il ritorno del 16 maggio era già previsto su Canale 5, per cui si potrà assistere all’intero doppio confronto senza pagare alcunché.
Calcio e diritti tv: le nuove regole per le partite di Serie A
Il derby di Champions League sarà anticipato dalla pubblicazione del bando per i diritti tv della prossima Serie A, prevista per il 5 maggio. Lo schema ipotizzato dalla Lega, che intende alzare gli introiti a un miliardo di euro, è quello di una serie di pacchetti che prevedono varie ipotesi di aggiudicazione. La più affascinante è quella della “co-esclusiva”, con Sky e Dazn che potrebbero trasmettere 9 partite su 10 (e ogni utente potrebbe scegliere quale abbonamento sottoscrivere, a parità di offerta), mentre la decima sarebbe affidata a un altro canale.
Questa soluzione metterebbe un po’ d’ordine rispetto allo “spezzatino”, che negli ultimi anni ha obbligato gli appassionati a seguire complicate tabelle per tenere il filo di giorni, orari e canali delle partite della propria squadra del cuore. Non solo per questo motivo, l’appeal del calcio in tv non è esattamente ai massimi livelli storici. Anzi, rispetto al modello instauratosi a partire da metà anni ’90 con il lancio di Tele+ (poi acquisita da Sky), Mediaset ha invertito la tendenza: le partite in chiaro portano soldi grazie alla pubblicità, mentre la pay-tv non sempre ripaga le attese.
Qualcosa sta cambiando, su questo versante. Visto che i diritti televisivi sono la prima fonte di entrata della zoppicante industria del calcio, di fatto i broadcaster hanno il coltello dalla parte del manico. Per questo, ormai da tempo, in Lega si pensa a una piattaforma di proprietà degli stessi club, che potrebbero produrre “in house” gli eventi sportivi, per poi rivenderli agli OTT o direttamente ai tifosi abbonati. Se ne parla da tempo, ma passare alle vie di fatto richiederà molta cautela, vista la posta in gioco. Un segnale positivo va letto anche nell’accordo stipulato con RDS, che sarà partner della Lega nello sviluppo della propria piattaforma radiofonica. Il suo successo darebbe un enorme boost al più goloso progetto televisivo.